Ho conosciuto l'America 
 
 nei film che davano al cinema, 
 
 all'oratorio, domenica nel '63. 
 
 Quanto ho sognato l'America, 
 
 rapito dalla sua musica 
 
 soffiando dentro un'armonica, 
 
 inventando un blues. 
 
 Poi sulla cinquecento col tetto aperto, 
 
 capelli al vento, 
 
 si andava al mare e ci sembrava 
 
 di essere sopra una Cadillac; 
 
 e un mangiadischi gracchiava 
 
 il successo del momento, 
 
 e si cantava in finto inglese 
 
 "Rock around the clock". 
 
  
  Kennedy e Martin Luter King 
 
 per noi era quella l'America, 
 
 il cielo oltre l'Atlantico 
 
 "Blowing in the wind". 
 
 Al parco Lambro come a Woodstock, 
 
 c'era il "Re Nudo Festival Rock" 
 
 tre giorni di fumo e musica 
 
 come nella West Coast; 
 
 e ci sembrava d'essere 
 
 i personaggi di un libro di Kerouac, 
 
 bevendo whisky come Bukowsky 
 
 ci sentivamo in America 
 
 e quante volte ho visto Easy Ryder, 
 
 su quella moto li c'ero anch'io 
 
 il laureato con Dustin Hoffman 
 
 mi sentivo io. 
  
 
 C'era una volta l'America, 
 
 C'era una volta l'America, 
 
 C'era una volta l'America 
 
 e adesso non c'è più. 
  
 
 Non mi è piaciuta l'America 
 
 quando bombardava il Vietnam 
 
 o quando soffocava 
 
 la libertà giù nel sud America; 
 
 l'America è un sogno, 
 
 un'invenzione, una necessità 
 
 non si può stare senza sognare, 
 
 senza America. 
  
 
 Com'era bella l'America, 
 
 quando la vedevo al cinema 
 
 all'oratorio domenica 
 
 mangiando chewing-gum. 
 
 C'era una volta l'America, 
 
 un mondo chiamato America, 
 
 giusto o sbagliato era America 
 
 che adesso non c'è più, 
 
 che non vedo più, 
 
 che non trovo più, 
 
 che non sento più.